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Scritto da Giulia Asteggiano e Silvia Stringara

 

Circa il 30-50% delle donne nel corso della vita presenta problemi sessuali.

Le disfunzioni sessuali femminili (DSF) sono definite come un’insieme di disturbi di origine multifattoriale e multidimensionale che comprendono i disordini del desiderio sessuale, dell'eccitazione e dell'orgasmo e il dolore nei rapporti (come dispareunia e vaginismo). Tali disturbi comportano l'insorgenza di un profondo disagio a impatto negativo sulla qualità della vita della persona.

Si tratta di problemi che spesso vengono ignorati, ma che mettono a rischio la salute psicologica e il benessere di moltissime donne.
Imparare a riconoscere le disfunzioni sessuali femminili è il primo passo per combatterle e a vivere pienamente e senza tabù la sessualità, per una relazione felice e completa con il proprio partner.

 

 

Disfunzioni sessuali femminili post parto

gravidanzaLe disfunzioni sessuali femminili coinvolgono spesso le neomamme. Molte donne, infatti, in seguito al parto lamentano disturbi della sfera sessuale. Tra questi la dispareunia, definita come “una sensazione dolorosa che può accompagnare il coito della donna”, è un problema relativamente frequente dopo il parto (Shifren et al. 2009) e può influenzare negativamente la qualità di vita della donna (Pauls et al. 2005) e della coppia. Inoltre alcuni autori hanno messo in relazione diretta la dispareunia nel post-parto con la realizzazione di una episiotomia, di una lacerazione o di strappo nel canale del parto (Barrett et al. 2000; Brtnicka et al. 2009; Signorello 2001).

Tale sintomatologia viene spesso sottovalutata e vissuta dalla donna come un evento da subire passivamente sperando in una sua spontanea risoluzione.

Da dalla letteratura (Barret et al, 2000) si evince come, su un campione di circa 800 donne, a 3 mesi dal parto il 62% riferiva di avere relazione sessuale dolorosa, a 6 mesi la cifra diminuiva al 31% e il 12% riferiva la persistenza di dispareunia a 1 anno dal parto. Questo studio inoltre sottolineava come soltanto il 68% dei soggetti esprimesse la richiesta di aiuto nella gestione e risoluzione di questo disturbo.

Se la donna non è cosciente dell’esistenza di questo tipo di problema e, soprattutto, non sollecita l’intervento di alcuna professionalità, questa disfunzione può cronicizzare deteriorando la vita di coppia.

La dispareunia inoltre è un campanello d'allarme del nostro corpo per indicarci un mal funzionamento della zona del pavimento pelvico, cioè di quei legamenti e di quella muscolatura che chiudono la parte inferiore della cavità addominale. Tali problematiche sono correlate a una maggiore possibilità che si instaurino nel tempo disturbi come incontinenza (urinaria, fecale e di gas) e prolassi (di utero, retto e vescica).

 

Multidisciplinarietà

omino puzzleData l’elevata incidenza e le possibili ripercussioni negative connesse è necessario che i vari professionisti competenti diano origine a nuove linee di investigazione basate sull’evidenza scientifica ed orientate alla prevenzione e al trattamento di questo problema. Allo stato attuale delle cose è evidente come la complessa gestione terapeutica delle donne con dispareunia necessiti di un team multidisciplinare che comprenda per lo meno il medico ginecologo, lo psicologo, il sessuologo, l’ostetrica e il fisioterapista (Fugl-Meyer et al. 2013).

Proprio in virtù della necessità di un approccio globale alla paziente con dispareunia, l’osteopatia potrebbe rivelarsi uno strumento terapeutico fondamentale data la sua filosofia olistica e il suo modello interpretativo funzionale dei sintomi del paziente; nonostante questo però la figura dell’osteopata, anche nelle più recenti revisioni letterarie sull’argomento, non viene mai inclusa. I pochi studi effettuati fino ad oggi, nell’ambito del trattamento della dispareunia con manovre osteopatiche, non forniscono informazioni specifiche per la gestione di tale disabilità.

 

Lo studio

massaggio1Alla luce delle evidenze scientifiche e in seguito a colloqui con diversi ginecologi del panorama genovese, si è evidenziata la necessità di affrontare il problema della dispareunia nelle donne post-parto che hanno subito lacerazione di 1° e 2° grado poiché questa rappresenta una delle principali disfunzioni che limitano la qualità di vita della donna e la qualità del rapporto di coppia.

Coinvolte in prima persona da questa problematica e conoscendone la frequenza Asteggiano Giulia e Stringara Silvia (fisioterapiste e osteopate) hanno condotto uno studio pilota su donne affette da dispareunia post parto proponendo un trattamento osteopatico. Questo trattamento avrebbe avuto due scopi. Da una parte lavorare direttamente sui tessuti molli del pavimento pelvico stressato durante la gravidanza a seguito dell'aumento di peso, dei cambiamenti ormonali e del parto stesso, soprattutto in seguito a lacerazione e sutura. Dall'altra riequilibrare l'innervazione locale responsabile della funzionalità dell'organo e della trasmissione degli impulsi dolorosi.

Il risultato di tale studio ha messo in luce l'efficacia del trattamento osteopatico nella gestione di questo tipo di disturbi garantendo una riduzione del dolore e un pronto ritorno a una vita sessuale felice e priva di disturbi per la donna con significativo miglioramento della lubrificazione un più facile raggiungimento dell'orgasmo.

Leggi lo studio completo

 

Conclusioni

Il consiglio dunque per le donne che si trovano ad affrontare una gravidanza o stanno convivendo con la sintomatologia che ne consegue è di rivolgersi ad un professionista preparato, qualificato ed esperto che abbia le conoscenze per aiutarla a superare le difficoltà fisiche di un momento così bello ma allo stesso tempo critico nella vita della donna.

La speranza è di riuscire a sensibilizzare i professionisti del settore sull’esistenza di un percorso nuovo, alternativo, non invasivo ed efficace in modo da raggiungere il più possibile le pazienti ed evitare la cronicizzazione di questo problema.

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